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Il monastero di S.Giuseppe era fondato il 15 ottobre 1735 da don Giambattista Rossi(1690-1746), uomo di Dio e di grandi carismi, tanto da far dire a G. Fortunato che “lungo tutto il settecento i paesi del Vulture furono teatro di atti della onnipotenza divina sopra l’ordine della natura, prodigati da due venerabili servi di Dio, conterranei, l’arciprete di Ripacandida Giambattista Rossi e il fratello laico liguorino Gerardo Maiella”. Sorto nella casa paterna di don G.B.Rossi, il monastero, che ospitava un numero di monache ispirandosi alle regole e alla spiritualità di S.Teresa d’Avila, divenne ben presto un autentico cenacolo di pietà e santità, con grande edificazione della gente del paese e di quelli limitrofi, che alle preghiere e alle penitenze delle buone monache faceva fiducioso ricorso in ogni momento triste della vita. La storia del monastero doveva sempre essere segnata dalla croce dal Signore, in cerca mai esaudita di aggregazione giuridica all’ Ordine ufficialmente riconosciuto come vera famigliadi S.Teresa. Ed esso finì per spegnersi nel novembre 1908 quando le ultime monache trasmigrarono e furono incorporate al monastero di Massalubrense della provincia di Napoli.
San Gerardo Maiella giunse la prima volta a Ripacandida in una fredda giornata di metà dicembre del 1751. Fece il primo incontro con Suor Maria di Gesù attraverso le grate del parlatorio:”Grande idea aveva Gerardo di questa religiosa e sommo concetto faceva di lui la madre Suor Maria. Tanto fu il conoscersi; quanto comunicarsi i propri sentimenti. Incontrandosi,si vedevano due fuochi di riverbero,che agivano l’un l’altro;e non sembravano che due serafini”. Gerardo, attestano molti testimoni presenti - si levò allora in estasi e, nel tentativo di resistere allo Spirito, si afferrò alle grate di ferro del parlatorio contorcendolo”.
Nel 1750 il vescovo Teodoro Basta, vista la santità del sacerdote napoletano e notato il favore con cui ovunque era accolto, lo pregò di recarsi, trovandosi già in zona, a tenere gli esercizi spirituali alle monache del monastero di S. Giuseppe in Ripacandida. Iniziò così quella affettuosa comunione spirituale con le monache e con l’intera popolazione di Ripacandida, Sant’ Alfonso subito ne rimase entusiasta di suor Maria di Gesù con la quale intraprese una lunga corrispondenza epistolare:  “non avrei mai creduto di trovare un garofalo come questo, sopra questa rupe” esclamò, secondo la testimonianza del padre Tannoia suo biografo..
Sant’Alfonso de’ Liguori
San Gerardo Maiella
Il monastero di San Giuseppe
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Suor Maria di Gesł
Portale ingresso monastero
Affresco volta monastero
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